COME INTERROMPERE UNA RELAZIONE EXTRACONIUGALE

Mettere fine a una relazione extraconiugale può essere difficile perché il tradimento può avere dietro una situazione complessa, ma c’è un modo per lasciare l’amante

Interrompere una relazione extraconiugale potrebbe essere anche più difficile di separarsi ufficialmente in un matrimonio. Innanzitutto sono molto più determinate le donne a porre la parola “fine” rispetto agli uomini, come d’altronde avviene anche nelle relazioni ufficiali.

Circa le modalità da attuare per porre in essere la separazione bisogna considerare gli stessi fattori di separazioni ufficiali con l’aggiunta di altre due variabili: il senso di sconfitta da parte di chi è lasciato perché chi lascia ‘sceglie’ il partner ufficiale, e il possibile sentimento di vendetta di chi subisce la separazione.

Nell’interrompere una relazione extraconiugale bisogna tener conto di questi ultimi due fattori. Da qui le modalità con cui attuare la ‘chiusura’ della relazione.

1)    Essere sinceri sulle reali motivazioni dell’interruzione. Ogni scusa e pretesto sarebbe palese e non farebbe che inasprire le due variabili sopradescritte.

2)    Sottolineare che chi viene lasciato non è stato ‘usato e gettato via’ . Infatti, spesso chi è lasciato avverte la sensazione che sia stato ‘usato’ in un momento dicrisi della coppia ufficiale e messa da parte quando la crisi è rientrata.

3)    Mettere in conto possibili ritorsioni e vendette da parte della persona che subisce la separazione e predisporre meccanismi di difesa in tal senso.

Per riflettere: “è una follia..È una follia..odiare tutte le rose solo perché una volta una spina ti ha punto,seppellire tutti i tuoi sogni, perche uno di essi non si realizzò, condannare l’amicizia perché un amico ti tradì, non credere nell’amore perché qualcuno ti ingannò. Esiste sempre un’altra opportunità, una nuova amicizia, un nuovo amore. Per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio.” da Il Piccolo Principe

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche e/o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

MI HA TRADITO CON UNA DONNA CONOSCIUTA IN CHAT

Il tradimento è difficile da perdonare, quanto tempo ci vuole per riuscire davvero a superarlo?

Insieme da 38 anni, sono stata, fino a che non ha voluto provare cosa vuol dire fare sesso con un’altra, l’unica donna della sua vita. Mio marito è un bell’uomo, ha un bel carattere e sa accattivarsi le persone. Ho scoperto che mi tradiva con un’altra che a dir poco è un caso umano, una persona con problemi fisici che naturalmente le hanno portato a crearsi un mondo suo da fiaba, marito inesistente perchè la tratta come se tutto fosse dovuto. Ha conosciuto mio marito sulle chat, dove lui è solito passare un po’ di tempo per gioco.

Gli ho chiesto come ha fatto ad andarci a letto, visto che lui mi ha sempre detto che se un domani gli fosse capitato di tradirmi, ne sarebbe valsa la pena solo con una bella donna. Mi ha risposto che siccome lui ha sempre aiutato chi gli chiedeva una mano, si è lasciato trascinare e non ne è riuscito più ad uscirne.

Mi ha detto che l’amore per lui è un altra cosa, mentre il rapporto che ha avuto è stato solo a livello di sesso: l’altra con tutte le sue disgrazie era diventata solo una amica da aiutare. Ho conservato le sue conversazioni e rileggerle mi fa stare molto male, sono appena passati 4 mesi e ancora non riesco a vedere quello che è successo con distacco.Cosa fare per stare meglio?

Marzia (nome di fantasia scelto dalla redazione)
Quattro mesi non sono un tempo sufficiente per superare un tradimento. Non ha importanza con chi suo marito ha consumato il tradimento, per quale motivo e per quanto tempo. Non si ponga al momento troppe domande . Lasci fluire il dolore e la rabbia associate a questa scoperta. Solo dopo che avrà superato la fase emotiva si comincerà a chiedere ed a chiedere “Perché ?”

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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IL TRADIMENTO DI COPPIA: COSA ACCADE COME SUPERARLO

Tradire in amore significa rompere un equilibrio che è stato accordato, che è stato  voluto, che è stato costruito dall’azione congiunta di due persone.

Il tradimento di coppia in genere rappresenta più che la ricerca di un’evasione sessuale, una risposta a un generico senso d’insoddisfazione nel rapporto, soprattutto coniugale. L’infedeltà può dare luogo a due tipi di sentimenti diversi: delusione e rimorsoverso il partner abituale oppure senso di soddisfazione, psicologico e sessuale, tanto è vero che in alcuni casi l’esperienza occasionale riesce perfino a influenzare positivamente l’esperienza abituale…

Una domanda che ci si pone spesso riguardo al tema del tradimento è: ”meglio raccontarsi tutto o tacere?”. La risposta è, senza dubbio: “tacere!”.  Infatti la sincerità in sé non deve essere considerato un valore assoluto: può ferire, deludere, schiacciare il partner. Una sincerità totale può essere anche una forma mascherata di aggressività e il bisogno di raccontare ogni minimo particolare deve far nascere qualche sospetto di disinnamoramento. In questo campo vale forse la vecchia regola che è meglio non dire sempre tutto ciò che si pensa, ma pensare tutto ciò che si dice; in senso più generale, bisogna essere fedeli a se stessi, per poterlo essere anche con gli altri…

Se scoprite di essere stati traditi, quindi, è inutile aspettare una confessione poiché chi l’ha fatto, ha già preso precisa posizione nei vostri confronti e poi sarebbe difficile stabilire un tempo massimo di attesa oltre il quale sarete voi a rivelare la vostra scoperta: meglio affrontare subito il problema e discuterne. Dall’altro lato bisognerebbe sbarazzarsi  dal senso di colpa che può scaturire dal non essersi accorti o dall’essersi  fidati ciecamente e valutare piuttosto non tanto le proprie colpe ma quelle altrui. Il proprio obiettivo deve essere, quindi, quello di ricostruire in senso positivo il senso di sé e far lavorare l’autostima, quindi la capacità di amarsi. Come difendersi allora da ciò che ci può portare a una sofferenza che a volte raggiunge anche livelli molto intensi? Le emozioni legate all’essere traditi riguardano l’altro (rabbia e desiderio di vendetta) e noi stessi (delusione e senso di colpa). La volontà di rivalsa pura e semplice dovrebbe essere trasformata nel desiderio concomitante di far rivalere la propria persona, di riporre all’attenzione dell’altro la propria presenza. Ciò preclude la comunicazione, il segnalare e il porre l’accento gli aspetti negativi del tradimento che ci è stato inflitto. Subire semplicemente, riflettere in solitudine sul significato di ciò che è accaduto senza cercare un contatto con l’altra persona contribuirebbe a indebolire ulteriormente l’idea già provata della nostra identità.

Se invece siete voi ad aver tradito, rivelarlo significherebbe mostrare pentimento e sarebbe comunque preferibile a continuare a tenerlo nascosto: non peggiorate una situazione che già di per sé farà soffrire l’altra persona.

E’ possibile superare un tradimento e, anzi, innamorarsi di nuovo del partner? Cercando di immaginare il panorama emotivo di chi diviene consapevole di essere stato tradito, vengono in mente due estremi: la delusione, la sensazione che il mondo stia franando tutt’intorno a noi, l’improvviso sentimento di vuoto incolmabile e di solitudine senza soluzione… stati d’animo che si alternano o che si accompagnano alla rabbia e, perché no, al desiderio di vendetta.

In seguito al black out generato dall’esplosione dei nostri sentimenti, non appena ci sembra di poter ricominciare a pensare, una domanda inizia a girarci per la testa senza sosta riguardo alla necessità di una soluzione sul piano pratico: cosa fare? Troncare o meno il rapporto col partner che ci ha tradito? A questo punto si apre un mondo diverso per ognuno di noi.  Talvolta le coppie che stanno insieme da tempo è probabile che continuino a stare insieme; più è alto il livello di coinvolgimento o di soddisfazione nella relazione, maggiori sono le probabilità che la relazione sia stabile in futuro. E’ più verosimile che un tradimento venga “perdonato” all’interno di una relazione che dura da molto tempo perché non solo essa è costituita da prospettive future ma anche dalla condivisione di una storia che ha dato un identità unica a questo piccolo nucleo; è anche vero che proprio per gli stessi motivi la delusione e la rabbia, possibili conseguenze del tradimento, possono essere più intensi. Il grado di soddisfazione della relazione prima del tradimento appare fondamentale: quanto siamo disposti a lottare per ciò che ci ha reso felici? Nella risposta a questa domanda rientrano anche le sfumature di personalità di ognuno di noi: Quale sarebbe la risposta giusta per voi?  Lottereste per la vostra coppia e continuereste la relazione, nonostante il tradimento? Non c’è una risposta giusta o sbagliata in questi casi: è importante imparare a leggere quale può essere la più giusta per noi.

Maria Letizia Rotolo

Psicologa-psicoterapeuta

Studi a Bologna: via Cellini 18, via Masserenti 472

3286852606

marialetizia.rotolo@homail.it

www.marialetiziarotolo.it

POSSIBILI CAUSE DEL TRADIMENTO

Per amore o per quel che ne costituisce l’essenza – raccontare, informare, dichiarare, commentare, opinare, distrarre, ascoltare, ridere e progettare invano – si tradiscono gli altri, amici, genitori, fratelli, consaguinei e non, antichi amori e convinzioni, antiche amanti, il proprio passato e la propria infanzia, la propri lingua che si smette di parlare e certamente la patria, quel tanto che c’è in ogni individuo di segreto o forse di passato. Per lusingare chi si ama si denigra quanto altro c’è al mondo, si nega e si disprezza tutto per contentare e rassicurare un unica persona che potrebbe andare via. Javier Marias, Un cuore così bianco

Il tradimento è la causa che mette maggiormente in pericolo la stabilità della coppia e ciò è avvertito in particolare per le donne.

A sua volta, quali sono le possibili cause del tradimento ? Esse sono varie e molteplici e qualsiasi semplificazione non tiene conto delle singole situazioni e degli individui coinvolti. Inoltre ogni tradimento non origina da una unica causa, ma dietro quella che si ritiene sia stata determinate, se ne nascondono tante altre. Per ragioni esplicative tenterò, comunque, di riassumerne le principali. Esse sono:

Cause inerenti la ricerca di ciò che manca:

  • Mancanza di attenzione
  • Mancanza di affinità elettive
  • Carenza affettiva
  • Insoddisfazione sessuale

Cause inerenti aspetti narcisistici

  • Dimostrazione della propria virilità (negli uomini)
  • Dimostrazione della propria capacità di seduzione
  • Crisi di mezza età
  • Desiderio sessuale
  • Desiderio di avventura e di trasgressione
  • Timore di una eccessiva intimità

Fine della progettualità di coppia

Passione improvvisa per un’altra persona

Tentativo di rottura della relazione

Non voler più essere un genitore sostitutivo

Evasione dal grigiore quotidiano e di coppia

Reazione di vendetta al tradimento dell’altro

All’intermo del Blog sul tradimento è stato posto il quesito: Perchè si tradisce ? I risultati ottenuti dal sondaggio (circa 200 riposte totali ed è ammessa la risposta multipla) sono i seguenti:

Apatia, noia nella coppia   48 (24%)
Carenze affettive   67 (34%)
Insoddisfazione sessuale   55 (27%)
Desiderio del nuovo, dell’avventura, di trasgredire   73 (37%)
Desiderio di dimostrare la propria virilità negli uomini e Desiderio di sedurre nelle donne   34 (17%)
Desiderio sessuale   38 (19%)
Richiamare l’attenzione del partner   17 (8%)
Timore di un eccessiva intimità   1 (0%)
Crisi di mezz’età   16 (8%)
Passione improvvisa   45 (22%)
Tentativo di rottura della relazione   15 (7%)
Reazione di vendetta al tradimento dell’altro   26 (13%)
Fine della progettualità di coppia   29 (14%)
Non voler essere più complementare all’altro   13 (6%)

Inoltre è stata posta la domanda: Hai tradito ? I risultati ottenuti dal sondaggio (è ammessa una sola risposta) denotano che ben il 60% dichiara di aver tradito. Di seguito nel dettaglio i risultati:

Mai   89 (40%)
Una sola volta   40 (18%)
Più di una volta   68 (30%)
Spesso   17 (7%)
Sempre

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche e/o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

IL TRADIMENTO SECONDO HILMAN

C’è  una  storiella,  molto diffusa, che  dice  pressappoco cosi:

«  Un  padre  insegnava  al  figlioletto  ad  essere  meno pauroso, ad avere più coraggio, facendolo saltare giù da una scala. Mise il bimbo sul secondo  gradino e disse: « Salta che ti prendo. » e il bimbo saltò. Poi lo mise sul terzo gradino dicendogli ancora: « Salta che ti prendo. » Sebbene il bimbo fosse impaurilo, si fidò di suo padre, fece ciò che gli era stato detto e saltò nelle sue braccia. Poi il padre lo mise sul quarto  gradino, sul quinto, sul sesto, dicendo ogni volta: « Salta che ti prendo. » ed ogni volta il bimbo saltò e fu preso da suo padre. E così continuarono  finché il bimbo saltò da un gradino molto alto, ma questa volta il padre si tirò indietro e il bimbo cadde a faccia in giù. Mentre si rialzava, sanguinante e piangente, il padre gli disse: « Questo ti insegni a non fidarti mai di nessuno anche se è tuo padre. »

Questo storia io credo che ci possa dire molto sul tema del tradimento. Ad esempio: perché si  deve insegnare ad un ragazzo a non fidarsi? e a non fidarsi di un ebreo? e a non fidarsi di suo  padre?

  • Che senso ha essere traditi dal  proprio padre o da  qualcuno che  si ama?
  • Che senso ha per  un padre, per un uomo, tradire qualcuno  che  ha  fiducia  in  lui?
  • Qual  è  il  fine  del  tradimento nella vita psicologica? Queste sono le domande che ci poniamo.

Non è possibile avere fiducia senza la possibilità del tradimento. E’ la moglie che tradisce il marito,il marito che inganna la moglie; sono i compagni e gli amici che deludono; è l’amante che usal’amico per raggiungere il potere; è l’analista che scopre i segreti del paziente; è infine ilpadre che lascia cadere il figlio. La promessa fatta non è mantenuta, la parola data viene mancata,la fiducia diviene inganno. Il tradimento ci viene proprio da quei rapporti dove la fiducia  primaria  è  possibile.  Noi  possiamo  essere veramente traditi solo quando ci fidiamo veramente — da fratelli, amanti, mogli, mariti, e non da  nemici o da estranei. Più grandi sono l’amore, la lealtà, l’impegno, l’abbandono, e maggiore è il  tradimento. La fiducia ha in sé il germe del tradimento.

Quando in una unione esiste la fiducia, il rischio del tradimento diviene una possibilità reale con cui vivere continuamente e quindi è parte della fiducia, proprio come il dubbio è parte della fede vivente.

Vivere o amare solo quando ci si può fidare, quando si è  sicuri ed accolti, quando non si può essere abbandonati o feriti, quando ciò che è stato espresso in parole è impegnativo in eterno, significa essere fuori dalle vie del male e quindi fuori della vita reale. E non importa quale sia il calice della fiducia, se la analisi, il matrimonio, la chiesa, la legge, o un qualsiasi rapporto umano… vorrei addirittura dire il rapporto col divino.

Se ci viene data assicurazione che ne usciremo intatti, o addirittura arricchiti, che cosa abbiamo dato? Se saltiamo dove ci sono sempre braccia per  riceverci, il nostro non è un vero salto. Il rischio dell’ascesa non esiste più — a parte l’emozione del volo nell’aria, non vi è alcuna differenza fra il secondo gradino, il settimo, il decimo, o addirittura diecimila metri più su. E’ la fiducia primaria che permette al puer di volare cosi in alto. Padre e figlio sono una cosa sola, e le virtù maschili di abilità, rischio calcolato, coraggio, non hanno importanza: Dio o papa lo afferreranno in fondo alla scala. Soprattutto  è necessario non sapere in anticipo le cose. Non si deve sapere prima che questa volta nessuno ci prenderà in fondo alla discesa. Essere avvertiti significa essere premuniti e allora o non si salta  più, oppure si salta a metà… ma poi succede che una volta, nonostante una promessa, la vita interviene, accade l’incidente e si cade a faccia in giù. La promessa mancata è una intrusione che  la vita fa nella sicurezza del Logos, nella quale ci si può affidare all’ordine di tutte le cose e  il passato garantisce per il futuro. Ma è anche l’irruzione in un altro livello della coscienza, come vedremo più avanti.

Ma prima torniamo ancora alla nostra storia ed alle nostre domande.  Il  padre  ha   risvegliato  la  coscienza,  ha cacciato il ragazzo fuori dal giardino dell’Eden, brutalmente, con dolore, ha iniziato suo figlio. Questa iniziazione ad una nuova coscienza del reale passa attraverso il tradimento, attraverso il venir meno del padre e il suo mancare alla parola data; è  però un tradimento con una morale. Infatti la nostra è una storia morale, come  tutte  le  buone   storie  ebree.  Non  è  una  favola esistenzialista che  descrive  un acte  gratuite,  ne  una leggenda Zen tesa ad una illuminazione liberatrice, ma piuttosto una omelìa, una lezione, un istruttivo brano di vita reale.

Il padre dimostra di persona che anche nel rapporto più fiducioso  esiste la possibilità del tradimento. Egli svela la propria ingannevolezza, si presenta al figlio  nella sua nuda umanità, rivelandogli questa verità dell’essere  padre e  uomo: io,  padre, uomo, sono infido.  L’ uomo è infido. La parola non è affatto più forte della vita. …

L’iniziazione del ragazzo alla vita è l’iniziazione alla tragedia dell’adulto. Per certuni il tradimento è altrettanto schiacciante che la gelosia o il fallimento…

Il momento critico del « grande abbandono » quando veniamo crocifissi dalla nostra stessa fiducia, è un momento molto pericoloso di quello che la Wickes chiamerebbe « la scelta ». Le cose potrebbero andare in due modi per il bambino che si rialza dal pavimento, la sua resurrezione è in bilico. Potrebbe essere incapace di perdonare e rimanere fissato nel trauma, pieno di risentimento, vendicativo, cieco ad ogni comprensione di ciò che spero di riuscire ad abbozzare nel restante di questa nota.

Ma prima di occuparmi della possibile soluzione positiva del tradimento, vorrei attardarmi un poco sulla scelta negativa e sui pericoli che il tradimento porta alla luce. La prima di queste scelte sbagliate, anche se naturali, è il meccanismo di difesa della negazione.

Se in un rapporto veniamo abbandonati, siamo tentati di negare il valore dell’altra persona, di vedere, improvvisamente, tutte le sue ombre, una panoplia di demoni perversi che naturalmente nella situazione di fiducia primaria non esistevano. Questi lati negativi, rivelatisi tutto d’un tratto, sono una compensazione, una enantiodromia di idealizzazioni precedenti e la rozzezza di queste rivelazioni indica la grossolana incoscienza in cui prima si trovava l’Anima. Cosi dobbiamo ammettere che quando il rammarico per un tradimento è molto forte, in precedenza esisteva una situazione di fiducia primaria, di innocenza infantile inconscia nella quale l’ambivalenza era repressa…

Ma il mutamento improvviso da uno stato incosciente alla coscienza grezza è proprio di qualsiasi momento della verità ed anche piuttosto evidente — perciò non è questo il pericolo principale. Più  pericoloso  è  il cinismo.  Una  delusione  subita  in amore, in un credo politico, in un gruppo, da un amico, un superiore o un analista, porta spesso ad un mutamento nella persona tradita, la quale non solo nega il valore della relazione e della persona in causa, ma l’amore  in  genere  diviene  per  essa inganno,  la convinzione politica è per gli imbecilli, i gruppi sono trappole, le gerarchie sono il Male e l’analisi è prostituzione, lavaggio del cervello e impostura… « Fatti furbo e tieni gli occhi aperti. Colpisci l’altro prima che sia lui a colpire tè. Bisogna far da soli. Tutto bene, Jack… » Questa è la scorza per nascondere le cicatrici della fiducia tradita.  Con  i  frantumi  dell’idealismo  si  rabbercia  una solida filosofia di cinismo.

E’ tutt’altro che impossibile incontrare questa forma di cinismo specialmente nei più giovani, poiché non si è considerato con sufficiente attenzione il significato del tradimento e particolarmente il processo di trasformazione del puer eternus. La persona tradita giura di non salire più cosi in alto sulla scala. Rimane affondata nel mondo del cane, Kynis, cinico. Questo atteggiamento impedisce lo sviluppo verso il significato positivo del tradimento e forma così un circolo vizioso — e il cane rincorre la propria coda. Il cinismo, quel ghigno contro la propria stella, è il vero tradimento dei propri ideali, il tradimento delle proprie ambizioni più alte contenute nell’archetipo del puer. Quando questo si infrange, ogni cosa che ha a che fare con esso viene respinta e si giunge al terzo e, credo, principalmente pericolo: il tradimento di sé stessi.

Il tradimento di sé è forse ciò che ci preoccupa maggiormente. Uno dei modi con cui ci si arriva è proprio la conseguenza dell’essere stati traditi: nella situazione di fiducia,   nell’abbraccio  amoroso,   con   un   amico,   un parente, l’analista, mettiamo allo scoperto qualcosa di noi che avevamo tenuto nascosto:« Non l’avevo mai detto a nessuno prima… » Può essere una confessione, una poesia, una lettera di amore, una invenzione o un progetto fantasioso, un segreto, un sogno o una paura infantile, che contiene quel che in noi c’è di più profondo. Con il tradimento queste  perle  seminali,  delicate  ed  estremamente sensibili, divengono solo sabbia, granelli di polvere. La lettera d’amore diviene roba scioccamente sentimentale, la poesia, la paura, il sogno, l’ambizione, vengono ridotti a qualcosa di ridicolo, rozzamente derisi, definiti volgarmente « merde », robetta da niente. Il processo alchemico è rovesciato: l’oro è ridotto di nuovo a feci e le perle sono gettate ai porci. I porci non sono gli altri, dai quali dobbiamo tenere nascosti i nostri valori segreti, ma sono invece le rozze spiegazioni materialistiche, la ottusa riduzione di ogni cosa all’istinto sessuale e al desiderio del latte materno, che spiegano tutto indiscriminatamente. E la nostra insistenza porcina nel dire che la cosa più bella era in realtà la peggiore non è altro che il sudiciume in cui gettiamo via i nostri valor più preziosi.

E’ una strana esperienza trovarsi a tradire se stessi, rivolgersi contro le proprie esperienze dando loro i valori negativi dell’ombra ed agendo contro le proprie intenzioni ed il proprio sistema di valori. Nella rottura di un’amicizia, di una relazione, di un matrimonio, di un rapporto amoroso o di una analisi, tutta la bruttezza e la sporcizia si fanno improvvisamente avanti e si agisce nella stessa maniera cieca e sordida che si attribuisce all’altro; si giustificano le proprie azioni con un sistema di valori che ci è estraneo. In questo momento si è veramente traditi, dati in mano ad un nemico interno. E allora i porci si volgono contro di noi e ci sbranano.

Questa alienazione da noi stessi dopo il tradimento è estremamente protettiva. Non vogliamo essere più colpiti e poiché la ferita venne proprio dall’aver rivelato come siamo fatti, cominciamo con l’evitare accuratamente di ricascarci. Cosi fuggiamo e tradiamo noi stessi non vivendo la nostra condizione esistenziale (una divorziata di mezza età senza nessuno da amare) o il nostro sesso (« ne ho abbastanza degli uomini e sarò spietata come loro ») o il nostro tipo (« II mio sentimento, o intuizione, o qualsiasi altra cosa, era completamente sbagliato ») o la nostra vocazione (« La psicoterapia è uno sporco affare »). Infatti siamo stati traditi proprio nella fiducia che avevamo posta in questi fatti fondamentali della nostra natura. Cosi rifiutiamo di essere ciò che siamo, cominciamo ad ingannarci con scuse e pretesti e il tradimento di sé diviene niente altro che sofferenza non autentica. Non si vive più la propria forma di sofferenza, ma si tradisce se stessi per mancanza di coraggio  di  essere.

Oltre alla negazione, al cinismo e all’auto- tradimento c’è però un’altra possibile soluzione negativa, un altro pericolo, che chiameremo paranoide.

Anche questo è un modo di proteggere se stessi da un nuovo tradimento, creare cioè un rapporto perfetto. Rapporti di questo genere richiedono il giuramento di lealtà  e  non  tollerano incertezze nella  loro  stabilità. Il motto è: « Non mi devi abbandonare mai ». L’inganno deve essere respinto con affermazioni di fiducia, dichiarazioni di fedeltà eterna, prove di devozione, giuramento di segretezza. Non devono rimanere fessure; il tradimento deve essere escluso. Ma se il tradimento coesiste con la fiducia, come seme contrario in essa sepolto, l’esigenza paranoide di un rapporto senza possibilità di tradimento non può basarsi sulla fiducia, ma è piuttosto una convenzione intesa a escludere il rischio. Come tale appartiene più al potere che all’amore. E’ un ripiegamento verso un rapporto-logos rafforzato dalla parola, ma non sostenuto dall’amore.

 

… La distorsione paranoide delle relazioni umane è veramente grave. Quando un analista (o marito, amante, discepolo, amico) tenta di soddisfare le esigenze di un rapporto paranoide dando assicurazioni di lealtà ed escludendo di forza lo inganno, si allontana sicuramente dall’amore. Infatti, come abbiamo già visto e vedremo ancora, l’amore e l’inganno provengono dallo stesso lato sinistro.

ESTRATTO DAL LIBRO ‘IL TRADIMENTO’ DI JAMES HILMAN

PERDONARE IL TRADIMENTO

Il seguente brano è tratto dal libro “Le cose dell’amore” edito da Feltrinelli e la cui pubblicazione su sito avviene per gentile concessione dell’autore il Prof. Umberto Galimberti

Non si dà amore senza possibilità di tradimento, così come non si dà tradimento se non all’interno di un rapporto d’amore. A tradire infatti non sono i nemici e tanto meno gli estranei, ma i padri, le madri, i figli, i fratelli, gli amanti, le mogli, i mariti, gli amici. Solo loro possono tradire, perchè su di loro un giorno abbiamo investito il nostro amore. Il tradimento appartiene all’amore come il giorno alla notte.

Non è infatti vero giorno quello che non conosce la notte, e perciò concede una vita e un’amore solo là dove ci possiamo fidare, dove siamo al sicuro, compresi, contenuti e contenti, dove non possiamo essere feriti e delusi, dove la parola data non e mai ritirata.

(….) Nel saggio Il tradimento , che è possibile leggere in Puer Aeternus , James Hillman prende in esame le possibili reazioni al tradimento, indicando tra queste quelle che bloccano la coscienza e quelle che la emancipano.

Innanzitutto la vendetta , che è una risposta emotiva che salda il conto ma non emancipa la coscienza perché quando è immediata non ha altro significato se non quello di scaricare una tensione, mentre quando è procrastinata, quando attende l’occasione buona, restringe la coscienza in fantasie di astiosità e crudeltà, impedendole di fare qualsiasi altra esperienza. La vendetta rattrappisce l’anima.

Non diversamente opera il meccanismo della negazione . Quando in un rapporto uno dei sue subisce una delusione, la tentazione è quella di negare il valore dell’altro prima idealizzato. Non si è voluto vedere l’ombra dell’altro quando si era innamorati, ora, dopo il tradimento, si ricaccia l’altro per intero nella sua ombra. Due eccessi, dove prima l’amore cieco e poi il cieco odio dicono quanto infantile e primitiva è la nostra anima.

Più pericoloso è il cinismo , che non solo nega il valore dell’altro, ma fa dire che l’amore è sempre una delusione, che i grandi amori sono per gli ingenui, cercando, in questo mondo, di cicatrizzare la fiducia infranta. Con i cocci dell’idealismo si costruisce la filosofia del rude cinismo, capace solo di offrire un ghigno a quella che un tempo era la propria stella.

Ma forse ancora più preoccupante del cinismo è il tradimento di se , per cui una confessione, una poesia, una lettera d’amore, un progetto fantastico, un segreto, un sogno, insomma i nostri valori emotivi più profondi diventano cose ridicole, da sbeffeggiare sguaiatamente, per evitare di vergognarsi di averle un giorno provate. E’ una strana esperienza quella di trovarsi a tradire se stessi e a trattare le proprie esperienze emotive vissute nel tempo dell’amore come esperienze negative e spregevoli.

Ma con la vendetta, la negazione, il cinismo, il tradimento di se non siamo ancora all’ultimo stadio in cui, per proteggerci dall’eventualità di essere nuovamente traditi, optiamo per la scelta paranoide che, per instaurare un rapporto esente dalla possibilità del tradimento, mette in atto ingenue liturgie, quali le dichiarazioni di fedeltà eterna, le prove di devozione, i giuramenti di mantenere il segreto. Sono atteggiamenti, questi, che attengono più alla sfera del potere che alla sfera dell’amore. Quando infatti un marito, un amante, un discepolo, o un amico si sforzano di soddisfare i requisiti di un rapporto paranoide, dando assicurazioni di fedeltà per cancellare la possibilità del tradimento, è garantito che ci si sta allontanando dall’amore, perchè amore e tradimento attingono alla stessa fonte.

Se evitiamo di cadere nei pericoli fin qui descritti e quindi di rimanere in essi sterilmente fissati, allora l’esperienza del tradimento può rivelare il suo aspetto più creativo ed evolutivo della coscienza che, per Hillman, come del resto per la tradizione cristiana, trova la sua espressione nel perdono. Riconoscendo il tradimento e passando oltre, il perdono toglie all’amore il suo aspetto più infantile, che è l’ingenuità e l’incapacità di amare se appena si annuncia un profilo d’ombra. Del resto, scrive Hillman:

Senza l’esperienza del tradimento, ne fiducia ne perdono acquisterebbero piena realtà. Il tradimento è il lato oscuro dell’una e dell’altro, ciò che conferisce loro significato, ciò che li rende possibili.

Ma si può davvero perdonare, se è vero che l’Io si mantiene vitale solo grazie al suo amor proprio, al suo orgoglio, al suo senso dell’onore? Anche quando vorremmo sinceramente perdonare, scopriamo che proprio non riusciamo, perchè il perdono non viene dall’Io. E allora forse, meglio del perdono, che probabilmente è pratica insincera, a me sembra più costruttivo percorrere il sentiero del reciproco riconoscimento , dove chi ha tradito deve reggere la tensione senza cercare di rappezzare la situazione e, con brutalità cosciente, deve al limite rifiutare di rendere conto di se.

Il rifiuto di spiegare significa da un lato non misconoscere il tradimento ma lasciarlo intatto nella sua cruda realtà, e dall’altro che la spiegazione deve venire sempre dalla parte offesa. Del resto chi, dopo essere stato tradito, sarebbe in grado di ascoltare le spiegazioni dell’altro?

Lo stimolo creativo presente nel tradimento dà i suoi frutti solo se è l’individuo tradito a fare un passo avanti, dandosi da se una spiegazione dell’accaduto. Ma per questo è necessario che il traditore non giustifichi il suo tradimento, non tenti di attenuarlo con spiegazioni razionali, perchè questa elusione di ciò che è realmente accaduto è, di tutte le offese, la più bruciante per il tradito, e allora il tradimento continua, anzi si accentua.

Siccome i due sono ancora legati in un rapporto nei nuovi ruoli di traditore e di tradito, possono soccorrersi solo se il traditore non attenua la crudeltà del tradimento e, riconoscendolo senza ammorbidirlo con false giustificazioni, consente all’altro di trovare da se la spiegazione, e così di passare dalla beata innocenza della fiducia originaria, dove mai neanche lontanamente si profilava il male, a quella coscienza adulta, la quale sa che il bene e il male sono inanellati, il piacere si intreccia con il dolore, la maledizione con la benedizione, la luce del giorno con il buio della notte, perchè tutte le cose sono incatenate, intrecciate, innamorate e insieme tradite, senza una visibile distinzione, perchè l’abisso dell’anima, vuole che così si ami il mondo.

Del resto, se vogliamo seguire il messaggio di Nietszche che ci ha insegnato a scoprire, sotto ogni virtù, il vizio che lo origina, la paura inconfessata che la genera, la debolezza che si vuole nascondere, scopriamo che, ogni volta che siamo in relazione con l’altro, mettiamo in atto anche il nostro desiderio di non annullarci nell’altro. Vogliamo essere con l’altro, ma nello stesso tempo, per salvare la nostra individualità, vogliamo non esserci completamente. Di qui quell’esserci e non-esserci, quel rincorrersi e tradire, che fa parte della relazione amorosa. Perchè l’amore è una relazione, non una fusione. Se infatti non esistessimo come individualità autonome, non solo non potremmo incontrare l’altro e metterci in relazione, ma non avremmo neppure nulla da raccontare all’altro fuso simbioticamente con noi.

Come dice Gabriella Turnaturi nel suo libro Tradimenti , quando lei o lui iniziano un viaggio fuori dal “noi”, e che prescinde dal “noi”, solo per le attese sociali, solo per i precetti religiosi tradiscono, mentre in realtà salvano la loro individualità dell’abbraccio mortale del “noi” che non emancipa, non consente nè crescite nè arricchimenti, e neppure parole da scambiare che non siano già dette o già sapute prima che siano pronunciate.

Tutto questo per dire che l’amore non è possesso, perchè il possesso non tende al bene dell’altro, ne alla lealtà verso l’altro, ma solo al mantenimento della relazione che, lungi dal garantire la felicità, che è sempre nella ricerca e nella conoscenza di se, la sacrificano in cambio della sicurezza. Siamo in due, non sappiamo più chi siamo, ma siamo insieme ad affrontare il mondo. Due esistenze negate, ma tutelate.

Amore è cosa intricata, perchè sempre ci confonde a non ci si chiarisce se si ama l’altro o si ama la relazione, se si soddisfa il nostro bisogno di sicurezza o il nostro bisogno di felicità. Oppure si vuole la felicità, ma non la sua noia. Amore è un gioco di forze dove si decide a quale dio offrire la propria vita: al dio della felicità che sempre accompagna la realizzazione di se, o al dio della sicurezza che molto spesso si affianca alla negazione di se.

Una cosa è certa: che nella relazione, nel “noi” non ci si può seppellire come in una tomba. Ogni tanto bisogna uscire, se non altro per sapere chi siamo senza di lei o di lui. solo gli altri, infatti, ci raccontano le parti sconosciute di noi. Gli altri, se li lasciamo parlare, senza soffocarli con il nostro bisogno di conferme che di solito, sbagliando, siamo soliti chiamare bisogno d’amore.

Nel viaggio che si intraprende fuori dal “noi” e che prescinde dal “noi”, è il “noi” che si tradisce, raramente il “tu”. Quel che si imputa al traditore è di essere diventato diverso e di muoversi non più in sintonia, ma da solo. Soltanto se si accetta il cambiamento dell’altro e lo si accoglie come una sfida a ridefinirsi e a ridefinire la relazione, il tradimento non è più percepito come tale. Ma ridefinirsi è difficile, così come accettare il cambiamento. Per questo le vie più combattute sono quelle della fedeltà, o in alternativa quelle del risentimento e della vendetta.

Se queste considerazioni hanno una loro plausibilità occorre riscattare, almeno in parte, i traditori dell’infamia di cui solitamente si sono ricoperti, perchè in ogni tradimento c’è un lampeggiare di verità e autenticità che ci è tradito non vuol mai vedere. Tradire un amore, tradire un amico, tradire un’idea, tradire un partito, tradire persino la patria significa svincolarsi da un’appartenenza e creare uno spazio d’identità non protetta da alcun rapporto fiduciario,e quindi in un certo senso più autentica e vera.

Nasciamo infatti nella fiducia che qualcuno ci nutra e ci ami, ma non possiamo crescere e diventare noi stessi solo se usciamo da questa fiducia, se non ne restiamo prigionieri, se a coloro che per primi ci hanno amato e a tutti quelli che dopo di loro sono venuti, un giorno sappiamo dire: “Non sono come tu mi vuoi”.

C’è infatti in ogni amore, da quello dei genitori a quello dei mariti, delle mogli, degli amici, degli amanti, una forma di possesso che arresta la nostra crescita e costringe la nostra identità a costituirsi solo all’interno di quel recinto che è l’amore che non dobbiamo tradire. Ma in ogni amore che non conosce il tradimento e neppure ne ipotizza la possibilità c’è troppa infanzia, troppa ingenuità, troppa paura di vivere con le sole nostre forze, troppa incapacità di amare se appena si annuncia un profilo d’ombra.

Eppure senza profilo d’ombra, quella che puerilmente chiamiamo “amore”, c’è l’incapacità di abbandonare lidi protetti, di uscire a briglia sciolta e a proprio rischio verso le regioni sconosciute della vita, che si offrono solo a quanti sanno dire per davvero addio. E in ogni addio c’è lo stigma del tradimento e insieme dell’emancipazione. C’è il lato oscuro dell’amore, che però è anche ciò che gli conferisce il suo significato e che lo rende possibile.

Amore e tradimento devono infatti l’un l’altro la densità del loro essere, che emancipa non solo per il traditore ma anche il tradito, risvegliando l’un l’altro dal loro sonno e dalla loro pigrizia emancipativa, impropriamente scambiata per amore. Gioco di prestigio di parole per confondere le carte e barare al gioco della vita.

Il traditore di solito queste cose le sa, meno il tradito che, quando non si rifugia nella vendetta, nel cinismo, nella negazione o nella scelta paranoide, finisce per consegnarsi a quel tradimento di se che è la svalutazione di se stesso per non essere più amato dall’altro, senza così accorgersi che allora, nel tempo dell’amore, la sua identità ara solo un dono dell’altro. Tradendolo, l’altro lo consegna a se stesso, e niente impedisce di dire a tutti coloro che si sentono traditi che forse un giorno hanno scelto chi li avrebbe traditi per poter incontrare se stessi, come “un giorno Gesù scelse Giuda per incontrare il suo destino”.

Sembra infatti che la legge della vita sia scritta più nel segno del tradimento che in quello della fedeltà. Forse perchè la vita preferisce chi ha incontrato se stesso e sa chi davvero è, rispetto a chi ha evitato di farlo per stare rannicchiato in una casa protetta, dove il camuffamento dei nomi fa chiamare “amore” quello che in realtà è insicurezza o addirittura rifiuto di sapere chi si è davvero, per il terrore di incontrare se stessi, un giorno almeno, prima di morire, con il rischio di non essere mai davvero nati.

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche e/o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

IL TRADIMENTO ONLINE, IN CHAT

L’amore ha sempre una proiezione immaginaria, per quanto possiamo crederlo tangibile e reale in un determinato momento. È sempre sul punto di compiersi, è il regno di quel che può essere. O anche di ciò che avrebbe potuto essere. Javier Marier, Quel che non si è compiuto

Internet non favorisce la comunicazione nella coppia. Ecco che di fronte ad incomprensioni, disagi e conflittualità fra partner, la tentazione è di “fuggire” nella vita virtuale.

Perché tentare di comprendere e di essere compresi, con tutte le difficoltà del caso, nel rapporto di coppia, quando c’è qualcuno, nella chat, con cui possiamo farlo senza difficoltà?

Ciò che nasce come amicizia virtuale, se sopraggiunge all’interno di un disagio di coppia, può diventare amore virtuale. Con la persona dell’altro sesso conosciuta in chat, ci si arriva a condividere, spesso, parti di se stessi, non partecipate neanche col partner. L’intimità amicale diventa sempre più affettiva e si arriva a “sostituire” affettivamente e quindi a tradire il proprio partner.

Quando possiamo parlare di tradimento? Escludiamo, ovviamente, il tradimento reale che si ha nel momento in cui la conoscenza dell’altro da virtuale diventa reale.

Ritengo che si possa parlare di un tradimento online quando il livello di “condivisione” virtuale coll’altro supera un determinato limite. Limite fra condivisione amicale e quella di coppia che non è uguale per tutti, ma muta a secondo delle persone e situazioni coinvolte.

Limite che, teoricamente, potremmo porre nel momento in cui il noi della coppia virtuale diventa preponderante rispetto alle singole individualità, che per quanto affini fra loro, intime, devono riuscire a mantenere una certa distanza affettiva.

Invece le entità dell’Io, del Tu e del Noi, sempre in bilico nella vita reale fra individualismi esasperati e fusioni totalizzanti, sul virtuale innescano una deriva fusionale, favorita dal gioco delle proiezioni reciproche sull’altro che è tipico delle relazioni online.

Nel momento in cui, nella relazione virtuale, il noi prende il sopravvento, la relazione da confidenziale, empatica, diventa passionale, nel senso che la presenza dell’altro in chat è attesa come s’attende una persona innamorata, quando la mancanza dell’altro, sempre in chat, diventa angoscia abbandonica, ecco che all’orizzonte si è profilato il tradimento.

Il web , la chat non vanno neanche demonizzati. Spesso il disagio di coppia è tale che il tradimento online può solo aver anticipato un tradimento reale che prima o poi si sarebbe verificato. Anzi, anche se raramente, può rappresentare un’opportunità di rottura di una relazione reale non più sana per se stessi.

Dott. Roberto Cavaliere

CONSULENZA

unadonnapersa Età: 36 Gent.mo dott. Cavaliere, innanzitutto vorrei ringraziarLa, perchè non è facile saper di poter contare su persone qualificate che ti aiutano senza scopo di lucro. Le illustrerò la mia situazione che è per me motivo di confusione e “buio” interiore. Ho avuto unalunga relazione iniziata più di 10 anni fa, ero allora ragazza, era la mia prima esperienza ed è subito stata importante. Frequentando quel ragazzo ora uomo ho subito sentito che sarebbe stato la persona con cui avrei voluto passare la mia vita, il papà dei miei figli…è iniziato un rapporto per certi aspetti difficile, perchè lui non aveva il coraggio di parlarmi di sue esperienze precedenti, perchè temeva di perdermi…io mi fidavo ciecamente di lui e nonostante le sue ammissioni, anche se venute molto dopo ho deciso che volevo continuare a stare con lui e continuare a fidarmi. E’ stato tutto bellissimo, tante scoperte insieme, tanti traguardi insieme, siamo cresciuti, maturati e abbiamo consolidato il nostro amore..Nel tempo, la mancanza di fiducia che io avevo nei suoi confronti, dovuta alle menzogne iniziali, mi ha portato a soffocarlo, la mia gelosia era diventata ossessiva, e penso che questo lo abbia bloccato nelle relazioni col mondo esterno, anche se forse inizialmente lui non gli aveva dato peso. Nell’ultimo anno le cose sono andate affievolendosi, il nostro amore, il dialogo, la passione, sembrava tutto essere “blando”…credo che lui non mi volesse più come prima, che era cambiato ed erano cambiate le sue esigenze. Circa un paio di mesi fa ho conosciuto un altro uomo in chat che ha fatto cadere la mia corteccia e mi ha restituito delle emozioni…mi sono sentita amata, ho capito di essere ancora in grado di amare e per me questo è diventato irrinunciabile. Sento di essere legato a quest’uomo che è entrato nella mia vita, mi piace che mi voglia così come sono, che mi faccia sentire “speciale”, che mi ha fatto di nuovo sognare anche se solo in chat o in qualche telefonata. Nel frattempo il mio lui si è “risvegliato”, ha scoperto la mia pseudo relazione ed è come se qualcosa si fosse riacceso in lui…forse nel momento in cui ha capito di avermi persa si è reso conto di volermi ancora con sè. Abbiamo parlato per settimane, lui mi ha rinfacciato vecchi rancori del passato,il suo senso di soffocamento dovuto alle mie insicurezze nei suoi confronti, il suo disagio nei rapporti con gli altri…ed io ho capito di amarlo ancora,e di aver ritrovato tutti i miei sentimenti per lui. ora però sono confusa, perchè non riesco a troncare la nuova relazione, che penso potrebbe crescere, evolversi, ma so di amare il mio compagno e di non poter far a meno di lui, perchè la vita per me senza lui sarebbe priva di senso…lo guardo negli occhi e la mia forza, la mia ispirazione anche nell’esprimermi con l’altro della chat, viene da lui, dall’amore che prova per me e che io sento fortissimo dentro di me…Eppure non riesco a lasciarmi andare…ho paura che tutto torni come prima quando lui era assopito e sembrava non accorgersi di me,non riesco a diimostrargli che lo amo ancora, anche se ho tradito la sua fiducia, anche se, nonostante le mie promesse e le mie garanzie che sarei stata sempre sincera, gli ho mentito impunemente.Ora ci siamo lasciati anche se difatto continuiamo a stare insieme, ci amiamo tanto, quando riusciamo ad essere sereni mi rendo conto che tra noi c’è un affiatamento ed una complicità rare da trovare, ma con quali basi possiamo ricominciare? Ci guardiamo negli occhi e lui sa di non potersi fidare di me, ha paura che io possa ricommettere gli stessi errori, ed io? so che è entrata un’altra persona nella mia vita e non riesco a chiarirmi il ruolo che lei ricopre….questa nuova persona crede molto nel nostro rapporto e nella possibilità di stare insieme, io non credo più nel mio futuro ed in ogni altra relazione…eppure sento di amare il mio grande amore infinitamente…e non saprei neanche spiegarle il perchè…è una corrente irrazionale e fortissima …

Rompa gli indugi e cerchi di recuperare il rapporto col suo ex. Ciò per diversi motivi. Innanzitutto per l’amore che ancora prova nei suoi confronti. Perchè il calo di passione che c’era stato è normale ed anche ricorrente in una relazione stabile e duratura. Perchè tradire con la mente (ciò che è avvenuto con la chat) è un tradimento senza il “passaggio all’atto”. Perchè le relazioni che nascono in chat, il più delle volte s’infrangono nel momento in cui si viene a contatto con la persona reale. E sopratutto nel prendere la decisione non abbia paura di pentirsene in futuro, a condizione che rimposti la relazioni su base nuove, facendo tesoro di ciò che è successo durante questa crisi. Cordiali saluti.

Grazie davvero dottore.Ho troncato la relazione della chat con grande sofferenza. L’altro sente di non poter rinunciare a me perchè sono la donna della sua vita e sente che il nostro è un grande amore.Io ora mi sento spento, mi riaccendo soltanto se lui mi manda dei messaggi a cui ho deciso di non rispondere. Sono innamorata del mio compagno eppure…mi sento vuota

Il vuoto che avverte è normale. La relazione in chat l’ha riempita affettivamente, l’ha portata “tre metri sopra il cielo”. Ma è la vita reale che và trasformata in sogno. Faccia tesoro dell’esperienza in chat, per replicarla il più possibile col suo compagno. Saluti

TESTIMONIANZA

Delusa Età: 25 Ho postato la mia storia..dove possibile..per ricevere più risposte possibili.. davvero ho bisogno d’aiuto.. stavo vivendo una bellissima storia..con una persona per me perfetta..purtroppo ultimamente per impegni reciproci..per lavoro..si stava in una situazione in cui tutti i giorni si trovava modo di litigare..e si era entrato in un circolo vizioso in cui io scattavo in scenate per ogni minima cosa.. e lui di conseguenza si stancava e mi sentiva “pesante”..io continuavo a prendere ogni cosa in negativo..lo ammettolo assillavo..trattavo male..fino a che un giorno..non lo trovo al telefono mi insospettisco..e vado sotto casa sua..scopro al suo ritorno..che si è visto con un’altra..perchè dice lui “SENTITO DISPREZZATO E RIFIUTATO” mi ha poi detto di aver conosciuto questa persona in chat e di averla vista una sola volta..quella sera..e senza che sia successo niente..sul momento ha avuto crisi di pianto..addossandosi tutte le colpe..che è un suo problema..che io sono perfetta..che lo ha fatto senza motivo..ecc..il giorno dopo mi dice che tutto è successo per il periodo che stavamo passando e per i miei comportamenti sbagliati..a questo punto la mia situazione è difficile..io non sò che fare..perchè da una parte mi sento in colpa..dall’altra non mi sento di giustificarlo completamente..ma quel che è peggio..ho paura che perdonare questo episodio..significhi condannarmi a una vita con una persona tendente al tradimento..quindi a soffrire di nuovo..e doppiamente..sono disperata non sò che fare..lo amo tanto..ma non sono convinta che non lo faccia mai più..e ho tanta paura..

fanny68 Età: 40 Salve ho 40 anni da 20 sposata e ho 2 figli, una ragazzadi 20 e un ragazzo di 17.Da bambina sono sempre stata iper protetta dai miei perchè avendo avuto problemi di salute fin dalla nascita avevano paura per me e mi consideravano una bambina debole…sono rimasta incinta del primo figlio prima del matrimonio, nella famiglia di mio marito ho trovato molta ostilità nei miei confronti…io credo perchè provengo da una famiglia di origini umili e non benestanti. credevo che mio marito mi amasse ma 4 anni fà ho scoperto che si sentiva a telefono con una ragazza conosciuta in chat molto più giovane di me… in pratica una studentessa universitaria…da lì non sono più stata bene….una insicurezza angosciante mi prende dentro… mi sento brutta nonostante ancora qualcuno mi guarda, tremo quando devo scrivere in presenza di qualcuno,( questo mi turba molto perchè lavoro in ufficio) e ho una paura incredibile dirimanere sola, di essere abbandonata, tra lui e la studentessa non è andataoltre le telefonate perchè io li ho scoperti, la domanda che mi faccio dentroè..che cosa sarebbe successo se non li avrei scoperti? ora ho tanta voglia di ritrovare la mia serenità e la mia allegria di un tempo.. sono triste piango enon riesco più ad essere sicura in mezzo alle persone. Non so se il mio sentimento verso di mio marito è amore…sicuramente tanta rabbia, vorrei che anche lui provasse il dolore fitto che da 4 anni provo nelcuore.Aiutatemi vi prego….

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

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TEST SULLA SCOPERTA DI UN TRADIMENTO

Il seguente test vuole rappresentare uno spunto di riflessione sulla fiducia all’interno di una coppia e sulla possibile reazione al sospetto di un tradimento.

Il signor Alfio era un uomo ricco, saggio e rispettato nel suo paese e aveva preso in moglie una donna molto più giovane di lui (nota personale: quest’ultimo elemento mi fa dubitare della sua saggezza, ma proseguiamo la storia).

Una sera che era rientrato a casa dal lavoro prima del previsto, il suo fedele maggiordomo lo accolse dicendogli: “Mi permetto di riferirle che sua moglie si comporta in modo sospetto: E’ nella sua stanza con l’enorme forziere che apparteneva a sua nonna.” Questo forziere dovrebbe contenere solo ricami di quest’ultima, ma ho il sospetto che ci sia qualcos’altro. Non mi ha permesso, io che sono il vostro anziano e fedele maggiordomo, di dare un’occhiata all’interno del forziere.”.

Il sig. Alfio si recò subito nella stanza della moglie e la trovò rattristata, seduta accanto al massiccio forziere.

Le chiese: “Vuoi mostrarmi quello che c’è nella cassa ?”.

“Me lo chiedi a causa dei sospetti del maggiordomo, o perché non hai fiducia in me?”

“Non sarebbe più semplice aprire la cassa, senza fare tante congetture ?” affermò il signor Alfio.

“Non credo sia possibile, perché è chiusa a chiave.”

“E dov’è la chiave ?”

La moglie mostrò la chiave in suo possesso e disse: “Manda via il maggiordomo e ti darò la chiave per aprire.”

Il maggiordomo venne mandato via e la donna consegnò la chiave, allontanandosi anche lei, turbata in maniera vistosa.

Il signor Alfio non aprì subito la cassa, ma rimase a riflettere a lungo. Poi chiamo dei giardinieri che lavoravano nella sua proprietà e disse loro di portare fuori in giardino e seppellire la cassa in un posto poco accessibile, il tutto da effettuarsi in piena notte. I giardinieri eseguirono scrupolosamente le istruzioni a loro impartite.

Di tutto quello che è successo, non se ne parlò più.

 

Sulla base del racconto provate a rispondere alle seguenti domande:

Che cosa c’era nella cassa ?

  • Niente.
  • Qualcosa di poco importante.
  • Effetti personali della moglie.
  • Un amante

E’ importante verificare il contenuto della cassa ?

  • Non è importante.
  • Dipende dal contenuto.
  • E’ importante.

Il signor Alfio ha fatto bene a non aprire la cassa ed a seppellirla ?

  • Si.
  • No.
  • Non saprei.

Voi cosa avreste fatto al posto del signor Alfio ?

  • Avrei aperto la cassa.
  • Non avrei aperto la cassa.
  • Avrei fatto esattamente come il signor Alfio.
  • Sarei stato indeciso.

SOLUZIONE

Non ha importanza quale risposte avete dato ma riflettete sulla soluzione adottata dal signor Alfio. Sono due le possibili ipotesi sul contenuto della cassa e le relative soluzioni adottate da Alfio.

 

Prima ipotesi: nel forziere non c’era niente o niente di rilevante. In questo caso il signor Alfio agendo così come ha dimostrato piena fiducia nella moglie di là dal comportamento di quest’ultima che era molto sospetto. Quindi fiducia di là dalle circostanze che avrebbero indotto ad agire diversamente.

Seconda ipotesi: nel forziere c’era l’amante della moglie. Anche in questo caso il signor Alfio ha adottato una soluzione che potrebbe essere ottimale. Ha dimostrato fiducia o perdono, ma allo stesso tempo si è vendicato. Infatti, nel seppellire il forziere:

  • Ha evitato di separarsi dalla moglie,
  • Si è liberato dell’amante che era nascosto all’interno della cassa.
  • Puniva e perdonava allo stesso tempo la moglie.
  • Zittiva per sempre l’accaduto.

Si può essere d’accordo o meno con le soluzioni adottate dal signor Alfio. Servono solo a riflettere che fra due soluzioni opposte fra loro (scoprire o non scoprire il tradimento) potrebbe esserci una terza. L’essenziale è volerla ricercare.

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

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IL TRADIMENTO “PLATONICO”

“Si puo’ definire tradimento solo quell’azione o successione di azioni che rompe una relazione fiduciaria volontaria e consapevole. Ovviamente si puo’ gocare sul malinteso, si puo’ negare a posteriori l’esisteza di una relazione fiduciaria per liberarsi dal senso di colpa e dalle conseguenze del tradimento, ma cio’ esula da un tentativo di lettura sociologica del tradimento. …Il tradimento dell'(apostolo) Pietro mostra che e’ sempe in agguato la possibilita’ di essere traditi, ma anche quell di diventare traditori. Non solo non possiamo giurare sul comportamento dell’altro, se non per fiducia cieca o per atto di fede, ma non possiamo mai sinceramente e onestamente neppure giurare su noi stessi poiche’ nessuno puo’ predire quanto e come l’incontro con l’altro ci mutera’, ne’ cosa creeremo insieme all’altro.” – G. Turnaturi

Tradire platonicamente, vale a dire senza consumare nessun incontro sessuale, può essere considerato tradimento ?

Culturalmente e socialmente, il tradimento platonico è condannato maggiormente dalle donne che sono legate più alla sfera dell’affettività, quindi l’idea che il proprio uomo possa amare un’altra le devasta più di un tradimento fisico.

Gli uomini, al contrario, più legati al possesso corporeo della donna, sono maggiormente colpiti dal tradimento fisico.

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

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TEST SUL TRADIMENTO

“ Senza l’esperienza del tradimento, né fiducia né perdono acquisterebbero piena realtà. Il tradimento è il lato oscuro dell’una e dell’altro, ciò che conferisce loro significato, ciò che li rende possibili”. (Hilmann)

Il test misura la possibilità di un passaggio all’atto del tradimento. Le domande riguardano sia fattori passati e personali individuali che potrebbero favorire il tradimento, sia fattori situazionali presenti al momento all’interno della coppia.

Segnate tutte le risposte affermative alle domande poste

  • Ricordate che nella vostra infanzia, uno dei vostri genitori, ha tradito l’altro ?
  • I vostri genitori non andavano molto d’accordo ?
  • In generale, nel vostro sistema familiare d’origini, i tradimenti erano frequenti ?
  • Nella vostra rete di relazioni sociali attuali ci sono molte persone che tradiscono ?
  • Avete giè tradito nelle vostre relazioni affettive passate ?
  • Siete stati già traditi nelle vostre relazioni affettive passate ?
  • Ritenete che, talvolta, rappresentiate per il vostro partner una figura genitoriale ?
  • Non vi soddisfano più i momenti di condivisione affettiva col vostro partner ?
  • Lamentate che il vostro partner nutra poca stima nei vostri confronti ?
  • Le circostanze lavorative, professionali o sociali, vi portano a stare spesso lontano dal partner ?
  • Sono presenti problemi nell’intimità sessuale col partner ?
  • Ricorrono spesso sogni o fantasie in cui siete in intimità sessuale con persone diverse dal vostro partner ?
  • Avete già considerato di tradire il partner ?
  • Avete già considerato di porre fine all’attuale relazione ?

RISULTATI DEL TEST

Se avete risposto affermativamente da 0 ai 6 domande il rischio del passaggio all’atto del tradimento è praticamente nullo

Se avete risposto affemativamente fra 7 e 10 domande il rischio di un passagio all’atto esiste ma è ancora relativamente lontano e dipenderà dall’evoluzione della coppia e degli eventi

Se avete risposto affermativamente a più di 10 domande il rischio di tradimento è elevato e la stessa relazione è a rischio.

In generale il rischio si eleva man mano che da 7 risposte affermative passiamo a 14 risposte affermative.

Il risultato del test non è da intendere come verdetto assoluto ma come spunto di riflessione sul proprio passato e presente affettivo e relazionale e sull’attuale momento di vita della coppia.

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

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