L’ADULTERIO

I mariti traditi, pur essendo all’oscuro di tutto, sanno nondimeno ogni cosa. Proust

L’adulterio (dal latino adultare: corrompere), da sempre in diverse culture e religioni, è stato considerato come l’infrazione al patto coniugale, quello della fedeltà reciproca. Da sempre, le stesse culture e religioni che condannavano l’adulterio, non usavano o usano lo stesso metro di misura per uomo e donna: quello maschile è sempre stato maggiormente tollerato.

Nel diritto romano l’adulterio della moglie era previsto come reato ed era punibile, con la pena di morte per mano del marito o dei familiari maschi. Nella Bibbia l’adulterio, considerato un peccato, indica un qualsiasi rapporto sessuale volontario di una persona sposata con altri che non sia il proprio legittimo coniuge. Talvolta la Bibbia equipara l’adulterio alla fornicazione, ma questo è più specifico, indicante l’infrazione della fedeltà coniugale. L’adulterio è proibito nella Bibbia perché viola il concetto della santità della famiglia e del matrimonio (ESodo 20:14; Deuteronomio 5:18) e tale infrazione è considerata tanto grave da meritare la morte (Levitico 20:10; Giovanni 8:5). Sebbene la legge di Mosè non specifichi come vada eseguita questa pena, essa è spiegata nel Nuovo Testamento come lapidazione.

Lo stesso termine adulterio è associato al tradimento coniugale femminile e non a quello maschile. La causa principale di tale diversità di considerazione è da ricercare nella possibile mancanza di certezza di paternità nel caso della nascita di un figlio. I movimenti femministi hanno rigettato quest’interpretazione antropologica del tradimento femminile, considerandola figlia del maschilismo culturale che ha pervaso culture e religioni. Questi trascorsi storici del termine adulterio l’hanno connotato come peccato e colpa, e a causa di ciò, il termine oggi è in disuso.

Oggi le cause d’adulterio sono le stesse di quelle di un qualsiasi tradimento, con dei dovuti distingui. Ogni disagio e conflitto di coppia, nel matrimonio sono acuiti, come se il vincolo del patto coniugale e la presenza, spesso, dei figli, desse meno possibilità di fuga, quindi meno libertà. Unica possibilità di fuga rimane l’adulterio, che potrebbe permettere di meglio sopportare la mancanza di scelte e possibilità all’interno della coppia coniugale. E’ una possibilità e libertà apparente. Si finisce il più delle volte in un meccanismo perverso di costrizione. Non solo si è costretti a rimanere nella coppia coniugale per rispetto del vincolo e dei figli, per paura del cambiamento, ma si è costretti anche, paradossalmente, a rimanere all’interno della coppia adultera per continuare a salvare quella coniugale. Infatti, quanti matrimoni avrebbero i giorni contati, se non ci fosse un adulterio a salvarlo? E qui ritorniamo alla concezione del terzo nella coppia che salva l’unione degli atri due. Questo fenomeno nel caso dell’adulterio è molto più frequente che nel caso del tradimento. C’è differenza anche nella durata fra adulterio e tradimento. La relazione adultera tende a durare maggiormente nel tempo. Spesso diventa una vera e propria coppia parallela a quella coniugale, con  anche una determinata condivisione e progettualità.

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche e/o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

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Dottor Roberto Cavaliere

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